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La sicurezza dei pazienti e la prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza (ICA) passano anche – e soprattutto – da un gesto semplice, quotidiano e apparentemente scontato: l’igiene delle mani. Un atto che rappresenta una delle misure più efficaci per tutelare la salute delle persone assistite e degli operatori sanitari, e che la Fondazione Don Gnocchi ha scelto di mettere al centro di un percorso condiviso di formazione, sensibilizzazione e responsabilizzazione.
Con questo obiettivo – sottolineato oggi, 15 ottobre, Global Handwashing Day, giornata mondiale dedicata all’igiene delle mani - si è svolto nei giorni scorsi un workshop dal titolo “Igiene delle mani: esperienze a confronto tra i Centri”, che ha visto la partecipazione di operatori, referenti del rischio clinico e responsabili della sicurezza operanti in alcune strutture della Fondazione. L’incontro – dal taglio volutamente informale e dialogico – ha permesso di presentare iniziative concrete, scambiare osservazioni raccolte sul campo e riflettere insieme su risultati e prospettive future.

Il percorso dell’Istituto “Palazzolo” e del Centro “Girola” di Milano ha mostrato quanto l’allenamento pratico possa fare la differenza. Nei mesi di maggio e giugno oltre 200 persone – tra OSS, infermieri, coordinatori, medici, fisioterapisti, studenti e personale amministrativo – hanno sperimentato direttamente l’utilizzo del “Training Box”, uno strumento che consente di verificare in tempo reale l’efficacia del lavaggio delle mani. Un’iniziativa che non solo ha coinvolto trasversalmente tutte le figure professionali, ma che ha stimolato riflessioni su difficoltà pratiche e possibili strategie per rendere la formazione più incisiva.
L’esperienza del Centro di Falconara Marittima (An) ha spostato l’attenzione sul coinvolgimento attivo dei pazienti e dei caregiver, formati già al momento del ricovero attraverso incontri dedicati e la distribuzione di materiale informativo. L’innovazione principale è stata la sottoscrizione di un modulo che certifica l’avvenuta formazione, archiviato direttamente nella cartella clinica. Un gesto simbolico ma anche concreto, che sancisce la corresponsabilità di chi è in prima linea nella gestione quotidiana della salute.
Al Centro di Marina Massa (Ms) l’igiene delle mani è stata inserita in un percorso più ampio di formazione dedicata alla sicurezza clinica, che ha coinvolto 48 operatori. Gli incontri hanno affrontato anche altri temi trasversali – dalle cadute alla nutrizione, fino alla gestione del dolore – mettendo in evidenza la stretta connessione tra buone pratiche igieniche e qualità complessiva dell’assistenza. La risposta del personale è stata molto positiva, con la disponibilità a replicare l’iniziativa anche per i nuovi assunti.

Il Centro di Seregno ha scelto un approccio di confronto diretto: l’igiene delle mani è stata infatti inserita come punto fisso nelle riunioni di équipe multidisciplinari. Medici, coordinatori, referenti del rischio clinico e Sitrea (rete del Servizio Infermieristico, Tecnico, Riabilitativo, Educativo, Assistenziale) hanno così potuto chiarire dubbi operativi, discutere criticità pratiche e sensibilizzare sulla corretta gestione dei dispenser e dei punti di erogazione. Un’occasione per consolidare consapevolezza e responsabilità condivisa.
Al Centro di Sant’Angelo dei Lombardi (Av) la parola chiave è stata visibilità. Magliette a tema, gel igienizzante tascabile distribuito ai pazienti, poster e materiali informativi hanno reso l’igiene delle mani un messaggio costantemente presente nei reparti. Un presidio attivo di operatori ha inoltre garantito momenti di osservazione e dialogo diretto, raccogliendo feedback e individuando criticità specifiche dei diversi contesti assistenziali.
Il Centro “S. Maria della Pace” di Roma ha scelto di adottare un approccio sistemico, redigendo un vero e proprio Piano di azione per l’igiene delle mani, in coerenza con le indicazioni regionali. Oltre agli opuscoli e ai materiali grafici già diffusi tra operatori e pazienti, sono previste nuove iniziative: una pillola e-learning dedicata, un webinar annuale di aggiornamento, la formazione di osservatori specializzati e l’implementazione di un sistema strutturato di monitoraggio dei comportamenti igienici. Un progetto che mira a trasformare la buona pratica in cultura diffusa e permanente.

Le esperienze condivise hanno dimostrato come ogni Centro abbia saputo declinare lo stesso obiettivo – migliorare l’igiene delle mani – secondo il proprio contesto e le proprie necessità, sperimentando strumenti creativi, metodologie innovative e percorsi di responsabilizzazione.
Il filo rosso che lega tutte le iniziative è la convinzione che la prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza non possa prescindere da una comunità di cura consapevole, dove operatori, pazienti e caregiver sono parte attiva di un percorso comune. Come emerso nelle conclusioni del workshop, la strada da percorrere è ancora lunga, ma la direzione è chiara: consolidare e ampliare le buone pratiche già in atto, favorire lo scambio tra Centri e trasformare l’igiene delle mani da semplice obbligo a gesto consapevole e condiviso.
Un impegno che la Fondazione Don Gnocchi porta avanti con coerenza, nella certezza che la sicurezza e la qualità dell’assistenza passino anche dalle mani di ciascuno.
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